Da Pergine a Pechino

Il diario di guerra di Arturo Dellai (1914-1920)

 

 

 

 

a cura di Alessandro Fontanari
contributi di Alessandro Fontanari, Gustavo Corni, Simone A. Bellezza

documenti e consulenza di Luciano Dellai
schede storiche e cronologia a cura di Iole Piva

Associazione Amici della storia Pergine
Comune di Pergine Valsugana

2 volumi indivisibili:
volume “Da Pergine a Pechino. Il diario di guerra di Arturo Dellai (1914-1920)”
pagine 192
riproduzione in facsimile del quadernetto autografo
pagine 144 inserito in una tasca applicata a sovraccoperta del volume

Dopo un lungo e complesso lavoro di studio l’Associazione “Amici della storia” di Pergine, in compartecipazione con il Comune di Pergine, ha finalmente pubblicato l’atteso volume dedicato al diario di guerra del perginese Arturo Dellai.

Arturo Dellai, perginese, Kaiserjäger nell’esercito austroungarico, parte per il fronte orientale allo scoppio della Grande guerra, arriva a Leopoli, in Galizia; nell’atroce battaglia del settembre 1914 viene ferito e raccolto dai russi, che hanno travolto le linee austroungariche, privo di coscienza tra i cadaveri dell’infernale carneficina; si ridesta prigioniero e gravemente ferito all’ospedale di Kiev. Dopo tre mesi di ospedale, guarito (ma la ferita al piede continuerà a tormentarlo) è mandato in un campo di prigionia prima vicino a Kiev, poi a Kirsanov. Nella speranza di essere subito rimpatriato, accetta di dichiararsi italiano; questa scelta prolungherà di ben altri 16 mesi oltre la fine della guerra mondiale, fino al marzo del 1920, la sua avventura in Russia e in Estremo Oriente. Per due anni attende invano di ritornare in Italia; è mandato a lavorare con i contadini nei campi di grano dell’Ucraina; lavora in una miniera di carbone in Crimea dove si congela il piede ferito e si ammala di scorbuto. Nel 1917 la Russia è sconvolta dalle rivoluzioni; l’ultimo tentativo di raggiungere il porto di Arcangelo fallisce e da Mosca gli “irredenti” trentini intraprendono un tremendo viaggio invernale per la Manciuria con la Transiberiana. Nell’agosto del 1918 viene arruolato a Tientsin nei “Battaglioni Neri” del Corpo di Spedizione Italiano in Estremo Oriente schierato con altri contingenti di varie nazioni con l’Armata bianca contro l’Armata rossa. Per quattro mesi è a Pechino nella banda militare della Reale marina italiana, ma nell’inverno 1918-1919 è di nuovo spedito in Siberia centrale a combattere contro i bolscevichi. Debole e malato è assegnato ai lavori di cucina, in primavera partecipa ad alcuni scontri nella taiga fino alla definitiva ritirata in Manciuria. Riprende a suonare a Pechino nella banda militare; il piede continuamente dolorante lo costringe in infermeria e in queste condizioni, finalmente, rientra in Italia, con un viaggio per mare di 15.127 km fino a Trieste che dura un mese e mezzo.

Queste le principali vicende vissute da Arturo Dellai che possiamo ricavare dalle sue note di diario scritte in un quadernetto conservato grazie alla passione per le memorie storiche del figlio Luciano, insieme a innumerevoli cartoline postali e illustrate, fotografie, foglietti, banconote, cartine geografiche, vocabolarietti, album di immagini, e altri piccoli oggetti, tra cui la pallottola macchiata di sangue che lo aveva ferito in battaglia.

Il diario viene ora pubblicato, messo a disposizione in una trascrizione integrale che rispetta fedelmente l’originale, corredato da un apparato di fotografie, cartoline, immagini (materiali appatenenti ad Arturo Dellai o raccolti dal figlio Luciano), da note e schede di approfondimento.

Per dare la possibilità al lettore di leggere direttamente il testo anche nella stesura originale del manoscritto, con una scelta editoriale inusuale ma sicuramente interessante, al volume è stata allegata la riproduzione in facsimile del quadernetto di 144 pagine. Nel volume la trascrizione del diario è preceduta dalla biografia “La vita in guerra e in pace di Arturo Dellai (1889-1973)”, da un quadro cronologico delle sue peripezie e dei suoi spostamenti e da una nota sulle caratteristiche del diario.